Storie dall'Occidente

Voi siete la migliore comunità che sia stata suscitata tra gli uomini, raccomandate le buone consuetudini e proibite ciò che è riprovevole e credete in Allah (Qur'an Karim, III Sura Ali-°Imran, 110)

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agosto 9, 2015

Alla ricerca disperata di Te, o Allah!

بسم الله الرحمن الرحيم

Allah è il Patrono di coloro che hanno creduto, Eli li fa uscire dalle tenebre verso la Luce... (significati del Nobile Qur'an).

Nell’anno 1945 d.C. la Guerra mondiale era ancora in corso, la distruzione regnava in ogni luogo, tutto ciò aveva portato paura alla gente e senso di smarrimento, tante famiglie si erano disgregate dopo aver perso il capofamiglia o alcuni membri della stessa. Visse Umm Abdu-Rrahman a Berlino, in Germania, smarrita in questa società esaurita dalla guerra. Vide coi suoi occhi l’oppressione dell’uomo verso il suo fratello uomo, vide chiaramente la distruzione; iniziò così a detestare tutto quanto, a detestare la società in cui viveva, a detestare la sua stessa famiglia, a detestare tutti quelli che la circondavano, detestò il trambusto della vita, e scappò per vivere sola dentro ad una caverna, cercando da sola le risposte alle sue domande, ella era rimasta impressionata dalla disgregazione che si era formata a livello sociale e famigliare, decise così di abbandonare ogni cosa per mettersi alla ricerca della felicità e di una vita stabile e serena.

Sono vostra sorella Umm Abdu-Rrahman dalla Germania, ad oggi grazie ad Allah, sono trentanove anni che sono musulmana, abbracciai l’islam a trent’anni. Quando ero piccola ho vissuto la seconda guerra mondiale, anzi possiamo dire la fine della seconda guerra mondiale. Ricordo che quando mio padre tornò dal conflitto avevo cinque anni. Io, mia madre, mia sorella e mio fratello maggiore abitavamo in un piccolo grazioso paesino dove tutti si conoscevano e si amavano: era una vita bella quella che facevamo. Ma quando mio padre tornò dalla guerra –mio padre faceva di mestiere il medico- ci trasferimmo in una grande città devastata dalla guerra -chiediamo protezione ad Allah da queste guerre, o Allah usaci misericordia-. Quando poi mi trovai lì fui presa dalla perplessità, cominciai a chiedermi: Perchè noi ci troviamo qui? Notai che lì la gente era priva… di vita. Era una vita frenetica quella che facevano le persone ma i loro cuori erano assolutamente vuoti, non vi era nè amore nè misericordia, non vi era nulla che desse vita a questi cuori perchè non vi era alcun legame col Grande, Colui che creò ogni cosa. In verità la vita in che cosa consiste? Essa inizia proprio con questo legame fra noi e il nostro Creatore.

Sempre avevo desiderato conoscere questa Grande Entità, questo Sublime Creatore, avevo sempre creduto nella Sua presenza ma non avevo incontrato nessuno che mi indicasse la strada verso questo Grande. Ero persa, come una persona che non sa dove andare, se a destra o a sinistra nella tempersta, come se vivessi dentro ad un tunnel. Dice Allah, l’Altissimo:

أَوَمَن كَانَ مَيْتًا فَأَحْيَيْنَاهُ وَجَعَلْنَا لَهُ نُورًا يَمْشِي بِهِ فِي النَّاسِ كَمَن مَّثَلُهُ فِي الظُّلُمَاتِ لَيْسَ بِخَارِجٍ مِّنْهَا كَذَٰلِكَ زُيِّنَ لِلْكَافِرِينَ مَا كَانُوا يَعْمَلُونَ (الأنعام: 122)

Forse colui che era morto, e al quale abbiamo dato la vita, affidandogli una luce per camminare tra gli uomini, sarebbe uguale a chi è nelle tenebre senza poterne uscire? Così sembrano graziose ai miscredenti le loro azioni (6:122).

Ero dentro ad un tunnel dove non vi erano altro che tenebre; passavano gli anni e questa sensazione aumentava sempre di più.

Dicevo che mio padre era un medico e lavorava a fianco di un’infermiera che lo assisteva durante le operazioni chirurgiche mentre mia madre lavorava con mio fratello. Questo continuo contatto senza regole fra mio padre e la sua assistente, questa promiscuità illecita –chiediamo protezione ad Allah l’Altissimo da questa promiscuità- lo aveva portato ad “amare” e sposare questa ragazza divorziando da mia madre. Fu così che ci trovammo tutti quanti, io, mia madre, mia sorella e mio fratello assolutamante abbandonati, mio padre non desiderava intrattenere alcun legame con tutti quanti noi.

“La fede è un dono che non può essere acquistato col denaro”, questo disse un giorno la maestra ad Umm Abdu-Rrahman quando si trovava a scuola; così questa frase continuò a rimbombarle nella mente fino a quando ella non decise di lasciare la sua casa e i suoi famigliari per trasferirsi da un paese all’altro, questo finchè non raggiunse un paesino alla riva del mare in Grecia. In quel posto ella volle provare la sensazione del timore verso il Creatore, volle meditare nel creato alla ricerca della Fede; lì si trovò a dover affrontare situazioni strane e paurose, ma nonostante questo ella rimase ferma nella sua ricerca della Fede.

Quando mi chiedono del perchè ho abbracciato la religione dell’Islam rispondo che la causa principale e tutte le cause confluiscono nella misericordia del Signore dei Mondi che mi ha fatto comprendere che la vita che si vive in Occidente è sbagliata. Per quale motivo essa è sbagliata? Perchè i cuori sono legati a dei fattori superficiali e non sono in relazione con Colui che li ha Creati, che provvede a loro, che li guida. Ringrazio Allah per aver provato disagio tutta la mia vita fino a quando non ho abbracciato l’islam, da quando avevo cinque anni. Vedevo la gente ridere e io desideravo piangere, li vedevo parlare e non riuscivo a discorrere con loro. Di cosa parlavano? È da quando avevo dodici anni che vedevo le ragazze parlare dei loro compagni mentre io provavo pudore, grazie ad Allah.

Posso raccontarvi un episodio che successe una volta: mi incamminavo per andare a scuola -ed ero sola perchè mia madre da divorziata doveva andare a lavorare dato che mio padre non ci manteneva e i miei fratelli andavano ognuno a una scuola diversa- poi a un certo punto mi fermavo e tornavo indietro perchè non amavo la scuola, non perchè non andassi bene a scuola, anzi, per il fatto che sentivo che questa conoscenza che stavo apprendendo non mi era di nessuna utilità. Così tornai indietro e mi misi ad ascoltare la radio, cambiavo canale in cerca della musica; amavo quella musica che non conteneva parole volgari. Quel giorno successe però che sentii qualcosa che mi fece venire la pelle d’oca: si trattava solo di una voce senza strumenti musicali in sottofondo, era una melodia che veniva da lontano ed entrava lontano all’interno del mio cuore. Poi anni e anni più avanti quando mi fecero ascoltare il Qur’an capii che quello che avevo sentito era proprio una recitazione del Santo Qur’an che probabilmente era emessa dal canale “Qur’an Karim” dall’Egitto che a quel tempo veniva emessa. Così mi misi a cercare spesso quella melodia.

Altre volte quando ero a disagio montavo a cavallo –mio padre ci aveva insegnato a montare ma non a cavalcare forte per non cadere- e caddi una volta rimanendo come un corpo morto buttato a terra, piangevo e piangevo, nella speranza che il Grande mi ascoltasse e mi vedesse. “Sicuramente Egli mi sente” mi dicevo, “come può aver creato ogni cosa ed essersene poi andato? A volte pensavo che se ne fosse andato perchè non c’erano regole fra la gente, ognuno seguiva le sue passioni e i suoi desideri col fine di soddisfarli, con egoismo, superbia, dicendo menzogne e urlando… In verità non c’è alcun bene nell’Occidente che io ho conosciuto. Quindi così buttata a terra piangevo, come nella posizione di sujud della salat. Non avevo mai visto nessuno mettersi in quella posizione ma in verità questa è la fitrah –la natura innata che Allah l’Altissimo ha posto in noi sin dalla nascita- ad avermi fatto fare questo. Dopo questi pianti provavo sempre un lieve sollievo, grazie ad Allah. Quindi questo fu un altro episodio singolare che io ricordo.

Passarono gli anni fino a quando non finii di frequentare le scuole superiori e decisi di studiare arte… Sì in verità io amavo ogni tipo di arte: la poesia, la musica, il disegno… Così mi iscrissi alla specializzazione di disegno. Prima di incontrare gli artisti credevo che essi fossero le persone migliori, più pure, e invece quando li conobbi vidi che si trattava delle personi peggiori in assoluto, c’era volgarità e immoralità nelle loro stesse persone, nei loro cuori, nelle loro azioni; essi compivano fornicazione ed adulterio di notte e di giorno e bevevano il vino, il vino che è la causa di ogni male. Essi lo bevevano anche di mattino, non solo la sera come la gente comune, poi di notte prendevano sostanze stupefacenti e compivano adulterio ogni giorno, ogni giorno così.

Io detestavo tutto questo ma trovandomi a studiare arte decisi di ignorarli e di dedicarmi alle cose pure e belle. Successe così che mi sposai con un musicista dal quale divorziai dopo quattro anni di matrimonio; in tutto avevo studiato arte per sei anni poi è come se la mia vita fosse arrivata al suo epilogo, arrivai a rigettare la vita stessa. Era però difficile per me praticare il suicidio così cercavo di isolarmi dalla gente. Successe una volta che mi trovavo al quattrodicesimo piano di un palazzo, ero pronta per buttarmi giù dalla finestra alla quale mi ero aggrappata ma improvvisamente entrò qualcuno e questo mi impedii di compiere questo gesto di cui avevo paura ma che stavo per fare distruggendo me stessa. [Segue…]

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  • Tag: cammino, disperazione, fede, guida, Luce, ricerca, smarrimento, storia, tenebre

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